Mi è stato segnalato un documento – dal titolo Pagina delle porcherie - pubblicato sul sito di Detto Mariano. Costui – facendosi forte di sentenze che lo hanno premiato – si permette di perpetuare falsità, ammantandole di tutte le brutte cose, che alcuni cattivoni gli avrebbero fatto. Povero cocchino. Non posso sorvolare su queste ennesime bugie. Becco e bastonato proprio no! Come vedi – carino - non mi fa paura divulgare anche il tuo miserabile scritto (ma non ti fai schifo guardandoti allo specchio?). Pertanto, penso che il post di questo LADRO DI CANZONI meriti una risposta - che sarà quella a seguire – preannunciando che il tutto verrà riprodotto esattamente anche sul mio 5° libro (nel 2013). Buona lettura (anche ai tuoi legali).

Don Backy  

 

Pagina delle PORCHERIE 

 

Quelli che hanno letto le cose che mi sono successe nella vita hanno sicuramente capito che sono un uomo molto fortunato e, proprio per avvalorare questo concetto devo dire che, a differenza di molti che si interrogano sull’esistenza o meno di Dio, io, a causa della mia fortuna sfacciata, ho avuto la buona sorte di incontrarne almeno cinque o sei. Essi non sono semplicemente Dei (perché dovrebbero implicitamente ammettere l’esistenza di altre divinità) ma, si sentono proprio Dio e, poiché anche se all’insaputa l’uno dell’altro sono in tanti, io, per comodità di archivio li ho catalogati come “i Dii”. Come si distinguono i Dii dagli esseri umani? Facilissimo: ai Dii non passa mai per la testa che possano sbagliare o che quello che ritengano “giusto” possa, da altra angolatura, essere considerato “sbagliato”. Guardate un po’ cosa succede: uno di questi Dii di cui ignoro il nome paradisiaco ma che qui sulla terra è chiamato Don Backy, scrive sul suo sito tutto quello che accade nel suo paradiso. In quel paradiso in cui è Dio indiscusso, vengono descritte cose inenarrabili fatte da me e che non voglio qui riportare solo perché il mio è un sito umano e non sono in grado di volare così in alto. Quando però tutto quello che dice in quel paradiso viene contemporaneamente comunicato ai tribunali terreni (che come tutti sanno hanno sedi umane), riceve risposte dagli esiti sorprendenti tanto che i Dii, superiori alle cose terrene, si guardano bene di riportarle nei loro siti paradisiaci. Io però sono umano e di conseguenza le posso scrivere.

Ecco che cosa hanno risposto i Giudici a tutte quelle brutte cose che su di me sono state dette e scritte: (Ricordo ai meno esperti che quando vedrete scritto “attore” si intende Don Backy il cui vero nome è Aldo Caponi, invece, quando è scritto “il convenuto” si intende Detto Mariano, cioè io).

 

La Forza delle Idee

 

maestro Detto, io non mi perderò in chiacchiere su paradisi, fortune, Dii che dir si voglia e reiterate affermazioni di “vittorie” attribuite da giudici che hanno sentenziato senza peraltro ammettere in nessun grado di giudizio, le mie prove testimoniali, che ben avrebbero spiegato come stavano realmente le cose. Io non ti accuso di avermi fatto “cose inenarrabili”, ma semplicemente di avermi rubato 42 canzoni. Purtroppo so che sarà un problema anche questo nuovo ricorso, perché il mio ex avvocato Lombardi, nei precedenti gradi, non ha insistito nella richiesta di provare quello che sostenevamo, per mezzo di testimoni, come il ragionier Fiocco e il dottor Proja, nonostante la presenza di documenti, quali i bollettini di dichiarazione depositati alla Siae da te per mio nome e conto… Anche perché quei bollettini, sono dichiarazioni di volontà unilaterali e pertanto la prova per testi era assolutamente ammissibile. Non lo sarebbe stata solo per documenti contrattuali, ossia contenenti dichiarazioni di volontà di due o più soggetti…

In tutti e tre i gradi di giudizio, i giudici hanno ritenuto valida solo la prova del bollettino depositato alla Siae… Si fossero comportati come la Prima Sezione Civile del Tribunale di Sanremo, dove ho vinto la causa contro Michi Del Prete per le stesse ragioni, anche quella con te sarebbe andata alla stessa maniera. Malauguratamente, i giudici non ragionano tutti allo stesso modo. Perché? Me lo chiedo anch’io e l’unica risposta che posso darmi è che i giudici - purtroppo - valutano le cause sulle “canzonette” assolutamente “minori” e non approfondiscono. Si limitano ad attribuire le stesse semplicemente “a chi ha firmato il bollettino di dichiarazione Siae”. In questo caso, sei tu. Del resto, io ritengo LA GIUSTIZIA UNA CONVENZIONE, NON UN VALORE ASSOLUTO, pertanto potrei sempre dimostrarti – ammettendo le mie prove – che certo non eri presente quando ho scritto – per esempio - Casa Bianca, che mi hai fatto perdere con quel tizio Eligio La Valle, APPONENDO LA MIA FIRMA – tu sì non autorizzato - sul documento di presentazione a Sanremo. E già questo dovrebbe dimostrare la validità di certe sentenze e di come funzionano le leggi in Italia! O altrimenti contesta la mia versione, raccontando la tua su questa canzone e poi confrontiamoci quando e dove ti pare.

E in quale luogo ti trovavi per tutte le altre canzoni, che voracemente firmavi, guardandoti bene dal comunicarmi le reali possibilità che avrei potuto avere di firmarle da solo? Io ero un ragazzo di provincia, carico di sogni e di canzoni non depositate, mentre tu eri già un maestro inserito nel music business e ben conoscevi tutte le regole, ma ti guardavi bene dal rendermene edotto. Sei stato proprio un bel maestro! Bravo!! Con me, caro Dick Marrano, camminerai sempre sul filo del rasoio e ad ogni parola che dirai in merito a questo, scivolerai inevitabilmente, affettandoti un pezzo di quel materiale di cui sei fatto.

Sull’articolo che hai scritto per la rivista Viva Verdi[1] vorresti sostenere l’assurda teoria, che l’arrangiatore di una canzone, può essere a tutti gli effetti ritenuto co-autore della stessa, insieme al vero inventore della melodia. Ecco un’altra buccia di banana, alla quale non hai fatto caso e che ti ha fatto nuovamente sdrucciolare. Forse per scaricarti un po’ la coscienza, vi sostenevi – e sostieni - una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Nessun autore concorda con questa tua assurda tesi e faccia testo per tutti Gino Paoli - che non può essere messo certo in discussione da te - il quale, nella trasmissione Serata Pop, La musica in tribunale[2], ha dichiarato l’autore della melodia, l’unico titolato a definirsi tale. E io lo sono di tutte le mie.

Sostenendo la tua incoerente tesi, dovresti allora spiegare al colto e all’inclita, perché non vai a chiedere di firmare come co-autore, anche alcune canzoni di Battisti per le quali facesti gli arrangiamenti all’inizio? E non è paradossale pensare che, se per assurdo tu dovessi riarrangiare in maniera totalmente diversa la melodia dell’Aida di Verdi, potresti umanamente sostenere che sarebbe lecito definirti coautore di tale melodia? Se stessi sostenendo questo davanti a Totò, lo sai come ti direbbe? Ma mi faccia il piacere! E se lo stessi facendo davanti al grande Eduardo de Filippo, una sonora pernacchia delle sue, ti seppellirebbe!!

 

La Verità è più forte delle sentenze...

 

‹‹…e salta sempre fuori, da ogni buco/parola scritta in quelle. Vieni a dirmi che Fuggiasco, incisa due anni prima che entrassi al Clan, con il nome di Agaton, quando ancora non sapevo nemmeno della tua esistenza, l’hai scritta tu, o insieme a me. E dimmi anche che Il mio Mondo, trafugatami e incisa da Ricki Gianco è tua. Così come Poesia, scritta mentre mi trovavo nella mia stanza a Santa Croce, in attesa di partecipare al festival di Sanremo con L’Immensità - altra canzone che sogni di aver scritto insieme a me - mentre mi trovavo di notte, da solo, nel mio appartamento milanese di via Vipacco al quattro, appena tornato da un concerto con Claudio Paterlini, mio pianista, col quale stavo parlando di chiacchiere notturne, come amore, natura e infinito, da cui scaturì la canzone. E blatera - mostrando la sentenza - che hai scritto anche Canzone, la cui storia è riportata sulla copertina del quarantacinque giri dell’epoca, dove non sei mai nominato nemmeno in veste di coautore, cosa che avresti dovuto e potuto pretendere allora, con pieno diritto, se fosse stato vero. E potrei indicarti - titolo per titolo - il momento in cui ho scritto tutti i restanti miei brani firmati da te, perché ci sono i riferimenti sulle mie agende di allora e – guarda caso – il tuo nome non vi figura mai.

La verità puoi cercare di camuffarla un po’ dietro qualche benevole sentenza, ma alla fine essa spunta sempre da qualche parte. E qui voglio dedicarti una riflessione di Enzo Tortora, che si era ammalato per quella giustizia ‹‹che invece è ingiustizia truccata da giustizia››. La verità, la giustizia e il rispetto, vengono prima delle leggi sulle quali si basano le tue sentenze. Io VOGLIO GIUSTIZIA VERA, non quella emanata – certo non a mio nome – da giudici un po’ superficiali, pertanto non smetterò di pretenderla, ovunque si abbia a trovare.

E ancora qualcosa voglio dirti: Le canzoni, così come la vita, sono impastate di gioie e dolori di chi le ha scritte. Se le rubi, non prendi solo la gioia, prendi anche il dolore. Ricorda: Non è quello che ricavi da un’opera ciò che conta. Quel che vale davvero, è l’opera in sé. Quelle canzoni, quindi, saranno sempre mie e non m’interessa ciò che recitano le sentenze, l’importante è che lo sappiamo io e te! Tutto il resto riguarda solo gente come te, come i tuoi avvocati - che fanno il loro mestiere - e come i giudici, applicatori burocratici di leggi sbagliate, che ritengono certe cause degne solo di una distratta considerazione, giudicandole banali per il loro curriculum, senza rendersi conto che quelle sentenze emesse nel nome del popolo italiano – e che si dice bisogna rispettare comunque – possono sconvolgere la vita di intere famiglie, influendo sul loro destino. Pensa a questo quando ti guarderai allo specchio e dì a te stesso che in fondo giustizia è stata fatta, poi valla a trasmettere ai tuoi nipoti. Ipocrita!

Posso quindi anche rispettare una sentenza, che – ripeto - pur essendo Giustizia rimane comunque una convenzione, non un valore assoluto. Mi domando però, perché io dovrei rispettarne una ingiusta e contraria alla Verità, quando so – come lo sai tu - che è completamente sbagliata. Pertanto decido di non rispettare, né la tua, tantomeno quella che mi ha visto soccombere nei confronti di La Valle, tra le cui fauci da mascalzone tu mi hai gettato con la mia Casa Bianca. Mi limito a rispettare chi l’ha emessa, perché in quanto esseri umani, hanno potuto sbagliare – come in questi casi hanno fatto – ma certamente non verso quanto hanno stabilito debba essere la verità in nome del popolo italiano. Tranne che nel mio!

Sì, Detto,  fai bene a ritenerti sfacciatamente fortunato. Fortunato a incontrare me, dato che, proprio incassando i proventi di quelle mie canzoni, sei diventato socio Siae. Fortunato a incontrare me, che ti ha introdotto nelle colonne sonore del cinema che conta (anche se poi non hai prodotto che cachinni per film indegni di essere chiamati tali). E proprio tu, adesso, tiri in ballo con sorprendente faciloneria, Dio, entità della quale avesti molto più rispetto (terrore?), quando rifiutasti di giurarci, di fronte al giudice Vannicelli, per attestare che avevi scritto quelle canzoni. Cosa che ti sfido a fare tutt’ora. 

Povero Mariano/Ebenezer Scrooge[3] di quart’ordine, piccolo uomo non solo di statura, che per soldi hai rovinato una bella amicizia, che ci ha visti esordire insieme e vivere una bohéme nella casa di Jack La Cayenne, che ancora mi è cara. 

Stanne certo, non ti mollerò, forte della VERITÁ che non esiste solo nel mio paradiso, ma anche sulla Terra, tra uomini veri!!

Tuo ex amico, Aldo ››.

 

 


[1] Pubblicazione a cura della Siae dell’ottobre 2010

[2] Trasmissione Tv Rai2, di Michele Bovi

[3] È l’avaro protagonista di Canto di Natale, di Charles Dickens,

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